All’incognita Trump, la Cina preferiva il rischio calcolato

Parte del commento da “Il mondo reagisce a Trump” per Limes. 

Dalla prospettiva della Cina, il candidato imprevedibile, Trump, ha prevalso su quello prevedibile, Hillary Clinton. A Pechino sapevano cosa aspettarsi se avesse vinto l’ex segretario di Stato: un probabile rafforzamento del pivot to Asia, la strategia di contenimento della Repubblica popolare, di cui è una storica sostenitrice. Un rischio certo ma calcolato.

Discorso diverso per Trump. Durante la campagna elettorale questi si è scagliato più volte contro la Repubblica popolare, accusandola di usare gli Usa come salvadanaio e di rubare lavoro agli americani. Di qui la promessa di adottare contro di essa maggiori misure protezioniste. Assist perfetto per i media cinesi che hanno sfruttato le presidenziali per sottolineare il malfunzionamento del sistema democratico statunitense agli occhi dei cittadini della Repubblica popolare.

Allo stesso tempo, il nuovo presidente Usa aveva minacciato di ridurre il sostegno ai suoi alleati asiatici (vedi Corea del Sud e Giappone) e mostrato in generale di voler adottare una politica estera più isolazionista.

La prima è un’eventualità che potrebbe ridurre le frizioni sino-statunitensi e favorire l’ascesa militare ed economica della Cina in Estremo Oriente. Ragion per cui Trump potrebbe aver riscosso qualche consenso nell’élite cinese. La seconda eventualità potrebbe generare vuoti geopolitici che la Cina non vuole e non può al momento colmare.

Qui il resto del commento: http://www.limesonline.com/allincognita-trump-la-cina-preferiva-il-rischio-calcolato/95246 

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