Il mio intervento alla rubrica di AgiChina su Radio Radicale del 3 febbraio 2016. Abbiamo parlato del viaggio del presidente cinese Xi Jinping in Medio Oriente, del rapporto con Iran e Arabia Saudita e del ruolo di Pechino nel processo di pace afghano. Read more
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Le ragioni del viaggio di Xi Jinping in Arabia Saudita, Egitto e Iran
Il mio commento sul viaggio di Xi Jinping in Arabia Saudita, Iran ed Egitto per la rassegna odierna di Limesonline.
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Fonte: CCTV.com
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La partnership Pechino-Riyad
Cina e Arabia Saudita hanno stretto una partnership strategica. Sul significato della mossa diplomatica e sul viaggio in Medio Oriente del presidente Xi Jinping ci scrive Giorgio Cuscito:
Ha tre scopi il primo viaggio in Medio Oriente del presidente cinese Xi Jinping, che sta visitando Arabia Saudita, Egitto e Iran.In primo luogo, sta consolidando gli interessi energetici cinesi in Medio Oriente e vuole assicurarsi che non siano danneggiati dalla crisi in Siria e Iraq, l’ascesa dello Stato Islamico (Is) e le forti tensioni tra Iran e Arabia Saudita. Questi due paesi hanno un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento energetico del Dragone. Xi e il sovrano saudita Salman hanno appena firmato il partenariato strategico globale e degli accordi petroliferi. Resta da vedere come Pechino implementerà i rapporti con Teheran, visto che non intende schierarsi nella diatriba per l’egemonia regionale.In secondo luogo, il Medio Oriente ha un ruolo geostrategico per il progetto infrastrutturale e commerciale ribattezzato “una cintura, una via” (ispirato alle antiche vie della seta) che dovrebbe collegare la Cina all’Europa. Xi vorrebbe che l’Egitto fosse un perno in tale contesto.Infine, l’ascesa dell’Is e in generale del jihadismo nella regione sono una minaccia anche per la Cina. Nell’instabile regione del Xinjiang, porta di accesso al Medio Oriente e all’Asia Centrale, sono presenti terroristi di etnia uigura, minoranza musulmana e turcofona. Alcuni di essi combattono in Siria, rispettivamente per l’Is e per il Partito del Turkestan islamico (affiliato ad al-Qa’ida). Di recente lo Stato Islamico ha ucciso un ostaggio cinese e fatto capire via Web che anche la Repubblica popolare è un potenziale bersaglio.Per questi fattori, Pechino vorrebbe convincere le potenze regionali a dialogare per raggiungere una soluzione pacifica in Siria ed evitare l’escalation tra Riyad e Teheran.
Per approfondire:
Le ragioni dell’attendismo cinese, di G. Cuscito Il caos iracheno può ostacolare l’approvvigionamento energetico della Cina e comprometterne la strategia regionale. Ma schierarsi contro l’Is distrarrebbe Pechino dal Mar Cinese Meridionale. E rischierebbe di fomentare il terrorismo uiguro.
Le ragioni dell’attendismo cinese, di G. Cuscito Il caos iracheno può ostacolare l’approvvigionamento energetico della Cina e comprometterne la strategia regionale. Ma schierarsi contro l’Is distrarrebbe Pechino dal Mar Cinese Meridionale. E rischierebbe di fomentare il terrorismo uiguro.
Alla radice delle ossessioni arabo-saudite, di F. Petroni Casa Sa‘ūd poggia su fondamenta da sempre incerte e contestate. Pertanto cerca l’ombrello di protezione di una grande potenza. Ieri la Gran Bretagna, oggi gli Stati Uniti, domani (chissà) la Cina.