Il peschereccio cinese sorpreso nella zona economica esclusiva sotto il controllo di Giacarta potrebbe far parte della irregolare “milizia marittima” di Pechino.
La Cina accusa l’Indonesia di aver sparato contro un suo peschereccio in una parte del Mar Cinese Meridionale in cui “le rivendicazioni marittime [dei due paesi] si sovrappongono”. Secondo Pechino, un membro dell’equipaggio è stato ferito e un’altra nave è stata fermata. Secondo la versione di Giacarta, una nave della marina indonesiana ha sparato dei colpi di avvertimento per allontanare 12 pescherecci stranieri sorpresi a svolgere le loro attività nella sua zona economica esclusiva (zee) in prossimità dell’isola di Natuna, ma nessuno sarebbe stato ferito.
Anche lo scorso marzo una nave militare indonesiana ha sorpreso un peschereccio cinese in questa parte di mare e ha tentato di trainarlo a riva. A quel punto è stata speronata da una imbarcazione della Guardia costiera cinese, che l’ha obbligata a rinunciare.
I due episodi lasciano intendere che la ten dotted line (la linea tratteggiata con cui la Cina delimita la sua sovranità in questo bacino d’acqua) include parte della zee indonesiana.
Questi pescatori, individuati così lontano dalla coste cinesi, potrebbero far parte della cosiddetta “milizia marittima“, un’organizzazione armata di massa irregolare controllata da Pechino il cui compito è difendere (e affermare) la sovranità marittima della Repubblica popolare.
Andrew S. Erickson, analista militare statunitense, li ha definiti “i piccoli uomini blu” per paragonarli ai “piccoli uomini verdi”, i militari in mimetica prive di mostrine che la Russia ha inviato in Ucraina per riprendere il controllo della Crimea. Spesso, le unità della milizia a bordo dei pescherecci infatti indossano l’uniforme, per poi levarsela e diventare semplici pescatori. In questa maniera Pechino vuole confondere le navi militari degli altri paesi e limitarne le reazioni. Cosa che evidentemente non è successa in quest’ultimo episodio.
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