
[Ultimo aggiornamento: il 12 marzo la Johns Hopkins University ha cambiato nuovamente la dicitura, adeguandola alla “ufficiale definizione del dipartimento di Stato Usa”.]
La mappa elaborata dalla Johns Hopkins University per tracciare l’epidemia del nuovo coronavirus nel mondo ha cambiato il nome di Taiwan in “Taipei and environs, China”. In sostanza, la indica come una provincia cinese.
Non è chiaro se il cambiamento, avvenuto il 10 marzo, sia dipeso da una richiesta esplicita di Pechino. Tuttavia, rispecchia la posizione della Repubblica Popolare in merito allo status dell’ex isola di Formosa.
Il governo cinese infatti vuole unificare Taiwan e la Cina continentale. Possibilmente in maniera pacifica, anche se l’uso della forza non è escluso. Nella narrazione cinese, l’unificazione è indispensabile per completare il “sogno cinese” del rinnovamento della nazione. Sul piano strategico per Pechino l’isola rappresenterebbe uno “scudo” a protezione della costa meridionale e una piattaforma avanzata di osservazione nel Mar Cinese Meridionale.
La recente rielezione di Tsai Ing-wen come presidente di Taiwan lascia intendere che gli abitanti dell’isola non intendono accogliere questo processo. Per ora, i rapporti tra Pechino e Taipei si attengono al fragile riconoscimento del principio “una sola Cina”, anche se non sono d’accordo su chi debba governarla. Soprattutto, la popolazione taiwanese si sente sempre più legata all’isola e meno al concetto di Cina allargata.
Tuttavia, negli ultimi anni Taiwan ha registrato un forte ridimensionamento della sua influenza politica all’estero. Diversi paesi hanno chiuso i rapporti diplomatici con Taipei per aprirli con Pechino. Inoltre, il governo taiwanese è escluso da organizzazioni internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile. L’argomento è tornato d’attualità dopo lo scoppio dell’epidemia del nuovo coronaivirus. Taiwan infatti non ha potuto partecipare alle riunioni indette dai due enti per gestire la crisi.
Secondo quanto riportato da Axios.com, la responsabile del progetto cartografico della Johns Hopkins University ha affermato che ricambierà la dicitura di Taiwan immediatamente.
Eppure, considerato il contesto, è alquanto improbabile che l’episodio sia dovuto a una semplice svista.